Viaggio verso plutone
La Nasa lancia New Horizon tra nove anni raggiungerà Plutone
di LUIGI BIGNAMI
E' tutto pronto a Cape Canaveral per il lancio, previsto per domani quando in Italia saranno le 19.24, della sonda della Nasa New Horizons. Il suo compito è quello di raggiungere Plutone, il nono e più lontano pianeta del Sistema Solare, mai visitato da sonda umana. Il veicolo spaziale sarà lanciato con un razzo Atlas V. Ma tra gli obiettivi di New Horizon ve ne è un altro ancora più impegnativo: raggiungere la fascia di Kuiper, la regione esterna rispetto all'orbita dei pianeti maggiori e popolata da asteroidi e, forse, anche da comete. Nella fascia sono stati scoperti finora più di 800 oggetti, fra cui molti di dimensioni notevoli, con circa 1.200 chilometri di diametro, grandi cioè quanto la metà di Plutone.
Il viaggio verso i confini del sistema solare, sarà molto lungo. La prima tappa di New Horizons sarà l'avvicinamento a Giove, previsto per febbraio 2007, quando grazie alla forza di gravità del più grande pianeta del Sistema Solare la sonda subirà una spinta che le permetterà di raggiungere Plutone nel luglio del 2015. Continuerà così il suo viaggio verso la cintura di Kuiper, dove arriverà nel 2016 e che attraverserà fino al 2020. Se la finestra di lancio, aperta fino al prossimo 14 febbraio, non potesse essere utilizzata, la partenza sarà rinviata al febbraio 2007.
Plutone, scoperto solo nel 1930, ha una orbita particolarmente eccentrica che ne fa variare molto la distanza dal Sole, fra i 4,4 e 7,8 miliardi di chilometri (la Terra dista dal Sole circa 150 milioni di chilometri).
La sonda raggiungerà Plutone mentre il pianeta si trova ad una delle distanze maggiori dal nostro pianeta e dunque, dovrà percorrere circa 5 miliardi di chilometri. Questo mette a dura prova tutta la tecnologia utilizzata, sia per costruire la sonda sia per le strumentazioni, che dovranno dimostrare una forte resistenza.
Plutone e il suo grande satellite Caronte sono una vera anomalia all'interno del Sistema Solare. Appare chiaramente dalle prime misure precise del raggio e la densità di Caronte, rilevate durante il passaggio del satellite davanti ad una stella. "La misura del raggio, circa la metà rispetto a quello di Plutone, dimostra quanto sia affascinante questo sistema e quanto sia anomalo, perché in genere un satellite è molto più piccolo del pianeta intorno al quale orbita", ha affermato Gianluca Masi, astronomo dell'Università di Roma Tor Vergata, che ha collaborato alla ricerca.
Le osservazioni sono state condotte da una serie di 5
telescopi, situati tutti in Sud America, mentre l'11 luglio del 2005 Caronte passava davanti alla stella siglata con UCAC226257135. Questo fenomeno molto raro (occultazione) ha così consentito di misurare per la prima volta in maniera accurata il raggio e la densità di Caronte. Il piccolo corpo celeste, scoperto nel 1978, ha un raggio di 603,6 chilometri mentre la sua densità ha un valore che, secondo gli astronomi, indica una pari presenza di ghiaccio e rocce.
Dall'elaborazione dei nuovi dati su Caronte, gli esperti hanno inoltre registrato la quasi assenza di atmosfera: "Se c'è è bassissima ad una pressione di circa 0,1 microbar e sarebbe costituita interamente di azoto". Il metano invece è stato rilevato sotto forma di ghiaccio, ma la sua presenza dovrebbe essere limitata alle regioni più fredde della superficie, così come il ghiaccio di azoto che sarebbe confinato nelle regioni più a nord o in quelle costantemente senza luce.
Ma i misteri riguardano anche i pianetini della Fascia di Kuiper. Stando a studi statistici questi oggetti dovrebbero essere accompagnati da lune solo nell'11% dei casi. In realtà su quattro oggetti scoperti sinora tutti e quattro possiedono una o più lune. Uno di questi inoltre, ha un oggetto che gli ruota attorno inclinato di 40° rispetto all'equatore. In genere i satelliti dovrebbero girare parallelamente all'equatore. Una anomalia che al momento non ha spiegazione.
A bordo della sonda New Horizon sono stati montati 7 strumenti: Alice, uno spettometro ultravioletto studierà le composizioni dei gas; Ralph analizzerà invece, la composizione e la struttura della superficie; l'atmosfera sarà esplorata con un esperimento a onde radio chiamato Rex; a inviare immagini dettagliate della superficie sarà il telescopio ottico Lorri; grazie al sensore al plasma Pepssi saranno analizzate le particelle che escono dall'atmosfera di Plutone; un altro sensore al plasma, Swap, misurerà principalmente le proprietà del vento solare che raggiunge il pianeta; lo strumento siglato SDC, costruito dagli studenti dell'università del Colorado, infine, servirà a controllare l'impatto con le polveri cosmiche che New Horizons avrà durante il viaggio.
A guidare il gruppo scientifico che segue la missione è Alan Stern, del Southwest Research Institute, con la collaborazione di Hal Weaver, del laboratorio di fisica applicata del'università Johns Hopkins, e Leslie Young, del Southwest Research Institute.
(16 gennaio 2006)
e allora... buona navigazione, o Navigatore!