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L'elemosina

Visto che siamo vicini a Natale vorrei parlare dell'elemosina. . .

Logo de iNavigatoriMi ha sempre colpito molto ogni gesto di solidarietà. Anche il semplice “fare l’elemosina” oltre ad avere un impatto concreto (anche se piccolo) ha un grande ed imponderabile valore simbolico.

La vita del povero che chiede e di colui che dona un qualcosa di suo, per un attimo, si fondono in un grande mistero di umanità e simpatia.

Molte volte si dice che chi chiede l’elemosina in realtà approfitti dell’ingenuità della gente, inventando chissà quale trovata per “fare pena” e per raggranellare qualche spicciolo senza fare fatica… Forse sarà anche vero ma piuttosto io penso: “ma guarda cosa deve inventare questo poveraccio pur di fare breccia nel mio cuore indurito ed indurmi ad un gesto di pietà”.

Io penso che il problema non stia dalla parte di chi chiede l’elemosina ma piuttosto dalla parte di chi non la chiede.

Di certo, con l’elemosina, forse non si risolveranno i problemi della povertà e dell’indigenza delle persone che chiedono la carità ma, di sicuro il “fare l’elemosina” è un gesto fondamentale per cambiare il proprio cuore e diventare noi stessi persone più belle, gioiose e senza quel volto triste e depresso che tante volte ci contraddistingue.

E’ molto semplice: chi fa l’elemosina ad un povero, prima di tutto si accorge che esiste qualcuno più bisognoso di sé. E’ troppo semplice? Vedere e sapere che esistono i poveri è talmente semplice, anzi banale… quasi ovvio, che quasi nessuno lo fa più!

Io penso che fare qualcosa per i poveri sia una sorta di terapia per essere più felici.

Chi si accorge di un povero ha prima di tutto vinto una grande battaglia contro il proprio egocentrismo. Fare l’elemosina ad un povero è scalfire il teorema secondo cui tutto ruota solo attorno a me stesso ed ai miei problemi. Bisogna scardinare questo modo di pensare ragionando diversamente: quando penso di non poter fare l’elemosina perché ho fretta, sono incazzato, ho appena ricevuto una delusione, sto poco bene, non ho spiccioli o per qualsiasi altro problema più o meno grave, dobbiamo mandare in cortocircuito il circolo vizioso della nostra giornata innescando una energia positiva!

Spezzare la catena di pensieri ed eventi negativi che ci attanagliano è terapeutico e vincente. E’ una palestra di vita. Più lo faremo e più saremo forti. Provare per credere!

Accorgersi dei poveri e fare l’elemosina e infatti è il primo passo per capire che siamo stati in qualche modo risparmiati dalla vita che non ci ha colpiti cosi duramente come invece ha fatto con il poveraccio, il tossicodipendente, il barbone, lo straniero che incontriamo casualmente in una frazione della nostra giornata.

Ma allora fare l’elemosina ad un povero è come ammettere e ringraziare la vita per il fatto che siamo circondati da buoni sentimenti, da familiari ed amici che ci proteggono e ci sostengono nell’affrontare questa vita che anche se bella, a volte è molto difficile.

Veramente ci credo e con passione lo comunico! Per essere intimamente più felici ed esteriormente più belli, serve molto poco: l’elemosina e la solidarietà sono una grande scuola per imparare.



di Franco Conte



e allora... buona navigazione, o Navigatore!